L’ESTATE, IL SOLE, LA PELLE, IL NOSTRO ABITO

La pelle è l’organo più esteso del corpo, ed esistono un’infinità di tipi cutanei, quasi come le persone al mondo.

Ne identifichiamo 3 tipi principali a seconda del fatto che le ghiandole secernono principalmente grasso o acqua: pelle secca (o normale), pelle grassa, e pelle mista.

La pelle secca tende ad avere una predisposizione molto bassa a generare impurità, dato che non secerne grasso, ma di contro è più propensa a generare rughe e ad assumere un aspetto invecchiato.

Le pelli grasse o miste tendono  a soffrire di una delle patologie più abituali e più problematiche a livello sociale ed emotivo, soprattutto in fase adolescenziale, per la componente estetica che comporta: l’acne. Questo disturbo si verifica quando grasso o cellule morte ostruiscono i follicoli piliferi, causando la formazione di brufoli, punti neri e foruncoli. Generalmente scompare con l’età, ma può essere presente in qualsiasi fase della vita. 

Tra gli aspetti più critici legati alla pelle, riconosciuti sia in ambito medico che a livello popolare, sono i danni causati dal sole. Questo problema è diventato forse la più grande preoccupazione per le persone di ogni età in relazione alla cura dermatologica..

Proteggere la nostra pelle nei mesi estivi, quando la nostra esposizione al sole è massima, è ormai un obbligo quasi per l’intera popolazione. Non è solo in estate che dobbiamo proteggere la nostra pelle dal sole ma anche nelle altre stagioni, perché anche con il cielo nuvoloso i raggi del sole ci colpiscono e danneggiano la nostra epidermide. Per questa ragione molti prodotti per la cura quotidiana della pelle includono già filtri solari. E purtroppo trascurare la protezione dal sole può causare varie malattie cutanee e persino melanomi.

Oltre al sole, l’invecchiamento della pelle è un processo complesso influenzato da fattori ereditari e ambientali che possiamo modulare acquisendo sane abitudini per  mantenere la salute e la cura della nostra pelle: 

  • riducendo la glicazione, una reazione enzimatica che causa anche alterazioni nel DNA dell’epidermide e la fissazione di zuccheri in proteine intra ed extracellulari. Il risultato è un irrigidimento delle fibre di collagene ed elastina, con conseguente perdita di elasticità della pelle (che diventerà più rugosa!),
  • riducendo lo stress ossidativo, un’altra causa importante di invecchiamento della pelle. Il nostro corpo dispone di un suo sistema antiossidante, che però va mantenuto in efficienza. Questo è possibile solo con un corretto lifestyle, supportato da un tipo di alimentazione che privilegi il giusto apporto di nutrienti sia nel tipo (carboidrati, proteine e grassi), che nelle giuste quantità, né troppo, né troppo poco, per permettere una perfetta funzionalità del nostro sistema antiossidante!

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Perché la glicemia alta danneggia le proteine del corpo?

Ormai sappiamo che l’insulina viene prodotta dal pancreas, e sappiamo anche che la produzione di insulina avviene soprattutto mangiando un pasto ricco di amido o zuccheri, ma sappiamo anche che la secrezione di insulina non è infinita, e una sua scarsa efficienza porta a tutta una serie di problematiche correlato all’aumento del glucosio (glicemia) nel sangue.

Ma perché si deve togliere il glucosio dal sangue?

Perché altrimenti il legame tra zuccheri e proteine determina la formazione di proteine alterate e malfunzionanti che si accumulano nei tessuti, determinando un malfunzionamento degli stessi.

Questo legame porta alla formazione di sostanze definite glicoproteine, che in seguito a diversi riarrangiamenti determinano la formazione di prodotti finali della glicazione, noti anche come AGEs (“Advanced Glycated End-Products”) o glicotossine. 

Gli AGEs si formano a causa dell’elevata quantità di zuccheri in circolo; pasti ricchi di carboidrati o zuccheri semplici, elevato consumo di alcolici o di prodotti dolcificati, pasti ricchi di fruttosio, soprattutto se non contenuto nella frutta intera, ma in succhi, bibite o merendine, determinano nell’organismo picchi di zuccheri, che a loro volta si legano a proteine formando appunto glicotossine. 

La formazione di AGEs avviene inoltre durante la cottura dei cibi che contengono grassi, proteine e zuccheri, in particolar modo se le cotture sono prolungate o a temperature elevate.. Ne sono un esempio tutti gli alimenti che presentano doratura o imbrunimento, come patatine fritte o carne alla griglia, ma anche tutti quegli alimenti altamente processati e contenenti additivi alimentari, come le bibite gassate.

Gli AGEs sono correlati a processi di invecchiamento cellulare, a complicanze del diabete, patologie cardiovascolari, infarto, ictus, malattia di Alzheimer, invecchiamento cutaneo e degenerazione del cristallino; agiscono alterando diverse reazioni, ad esempio modificano la struttura del collagene e quindi determinano indurimento delle pareti dei vasi sanguigni, o creano strutture fibrillari che determinano l’insorgenza di patologie neurodegenerative.

È evidente dunque, che dal momento che la formazione di glicotossine è proporzionale ai picchi di zuccheri, è bene ridurre questi picchi:

consumando sempre piatti bilanciati con carboidrati (preferibilmente integrali), proteine, grassi (olio per condire) e fibre; in questo modo infatti l’assorbimento di zuccheri a livello intestinale sarà minore grazie alla presenza di fibre, grassi e proteine evitando i picchi di zuccheri nel sangue;

evitando altresì il consumo frequente e quotidiano di zuccheri, dolcificanti e prodotti dolcificati;

preferendo la cottura al vapore e in umido, evitando invece quelle cotture ad alte temperature come le fritture, o le bruciature della carne alla griglia, che però non va demonizzata, ma bensì gustata con moderazione.

E per ridurre il potenziale ossidante degli AGEs nel pasto, ricordo e raccomando che a tavola non devono mai mancare verdure crude, olio extra vergine di oliva da utilizzare a crudo, spezie ed erbe aromatiche.

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